Celebrazione per la riapertura del processo di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio, dottor Giancarlo Rastelli, cardiochirurgo
l giorno sabato 7 ottobre alle ore 11, presso la Cattedrale di Parma ha avuto luogo la celebrazione per la riapertura del processo di canonizzazione del cardiochirurgo dottor Giancarlo Rastelli.
Il dottor Giancarlo Rastelli, parmigiano, è morto prematuramente nel 1970 all’età di 37 anni; fu un cardiochirurgo ricercatore, conosciuto in tutto il mondo come l’inventore di due metodologie operatorie per bambini cardiopatici che portano il suo nome, la Rastelli 1 e la Rastelli 2, ancora oggi insuperate.
Nel corso della celebrazione, aperta dal Vescovo di Parma mons. Enrico Solmi, sono intervenuti il prof. Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, promotrice del processo di canonizzazione, don Agostino Bertolotti, postulatore, il dott. Angiolino Landini, medico e compagno di corso del dott. Rastelli, il prof. Umberto Squarcia, cardiologo pediatra e amico di Rastelli ed infine il prof. Pietro Maniscalco paziente operato dal dott. Rastelli. Moderatrice la dott.ssa Maria Cecilia Scaffardi direttrice del settimanale diocesano Vita Nuova.
Nell’introduzione del libro “Giancarlo Rastelli, un cardiochirurgo con la passione dell’uomo” scritto dalla sorella Rosangela Rastelli Zavattaro, si dice del dott. Rastelli:
Se gli avessero chiesto: «Qual è la cosa più importante per te?», avrebbe certamente risposto: «La vita… la vita… e ancora la vita…», in tutte le sue forme, in tutte le sue espressioni, anche in tutte le sue contraddizioni più o meno apparenti, come la malattia, il dolore, la sofferenza… La vita come emanazione di Dio. La vita come creazione, dono, ricchezza, elargizione, miracolo, continuità, trasformazione, divenire, tempo con le sue radici nel “senza tempo” e le sue fronde nell’infinito del mistero di Dio. Quella vita che vale più della qualità della vita, del tutto bello, del tutto sano, del tutto perfetto perché anche la sofferenza è motore di Dio, di una verità e di una bellezza più alta, e anche nel disfacimento di un corpo c’è l’impronta di Dio. E, per questa vita «da salvare», da continuare, Giancarlo Rastelli spese (proprio nel senso letterario di spendere) tutta la propria vita, studiando, curando, operando prima e «ricercando» poi e sempre. Una vita di servizio per un servizio alla vita, quella degli altri che riconosceva nella propria. Con un’ardente fedeltà. Con entusiasmo. Con umile coraggio. Con un profondo, sereno senso del Cristo nell’uomo. Anche e soprattutto nei cinque anni della sua terribile malattia, In America, alla Clinica Mayo di Rochester, Minnesota, autodiagnosticatasi nel ’64, tenuta sempre nascosta e soggiogata sotto il sorriso, sotto lo sguardo tenero e ironico, con la parola, meglio con il silenzio di fede.
A breve sarà organizzato, a cura dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, un convegno, dedicato al dott. Rastelli, in cui avranno ampio spazio le testimonianze sia riguardanti la sua vita esemplare che la sua attività di ricercatore e cardiochirurgo.